C’è stato un tempo in cui le cose erano tangibili, in cui persino la memoria collettiva veniva convogliata all’interno di supporti fisici in grado di dare la percezione concreta del possesso.

In questi ultimi dieci anni il mondo è profondamente cambiato. Apparentemente sembra tutto uguale eppure questa crisi economica, i cambiamenti sociali, l’avvento di nuovi sistemi di comunicazione stanno ponendo le basi per un radicale cambiamento sotto il profilo sociologico e culturale.

Realtà come Apple, Google, Facebook stanno mostrando le incredibili potenzialità del web e delle micro-tecnologie dimostrando come tutte queste fantastiche invenzioni siano in grado di semplificare la nostra vita e proiettarci verso un futuro dove tutto sarà a portata di mano e dove l’informazione potrà viaggiare libera da qualsiasi struttura. Eppure dietro questa visione avveniristica in cui tutto sembra più semplice si cela qualcosa di inquietante capace di cambiare profondamente il nostro modo di vivere e di pensare.

Nel corso della presentazione del primissimo iPad, Steve Jobs con un tono dimesso e distaccato, del tutto differente dal suo solito modo di fare spettacolo, disse “ voi non siete ancora pronti per questa tecnologia ” , quel messaggio nei giorni seguenti passò del tutto inosservato eppure a distanza di tempo si può capire come dispositivi quali iPhone ed iPad siano giunti fra le mani delle persone ancor prima di mostrare quali “pericolosissime” potenzialità portassero in grembo.

Parole come TOUCH e MOBILE sono figlie del nostro tempo e significano principalmente due cose :

TOUCH : tutto è impalpabile poiché raggiungibile attraverso lo sfioramento di una superficie priva di riscontro tattile. Touch significa che quello che possiedi, le tue memorie, le foto, ciò che ascolti, le cose che hai scritto sono divenute del tutto inconsistenti e sono accessibili attraverso lo sfioramento di una immagine che esiste soltanto perché dei tecnici e degli esperti in comunicazione hanno codificato la tua interazione con la tecnologia predisponendo delle interfacce in grado di FACILITARE quella che in gergo viene chiamata esperienza utente.

MOBILE : i tuoi dati sono accessibili ovunque. Con un comune smartphone puoi avere accesso al tuo CLOUD ovvero un enorme archivio fatto di server sparsi in giro per il mondo e contenenti gran parte dei dati di una persona. Il cloud viene rappresentato come una sorta di nuvola magica il cui valore allegorico rende bene l’idea di quanto tutti i nostri dati siano leggeri ed inconsistenti e si trovino sospesi all’interno di un qualcosa di aleatorio.

Facendo una rapida digressione possiamo notare una serie di cambiamenti significativi che ci porteranno a chiudere il cerchio entro pochissimi anni.

Fino a dieci anni fa la musica viaggiava principalmente su CD. Possedere l’album di un artista significava portarsi a casa un supporto fisico in grado di fornire una sorta di riscontro sensoriale dell’effettivo possesso. Le foto erano fogli di carta che sbiadivano negli anni e davano il senso dell’inesorabile trascorrere del tempo. I libri erano mattoni pieni di polvere che odoravano di vecchio.

In questi dieci anni siamo passati all’ipod, abbiamo convertito i nostri album in MP3 li abbiamo catalogati all’interno di una libreria virtuale, per poi portare in giro migliaia di brani ed averli sempre a disposizione. Le foto ed i video digitali sono stati una manna dal cielo, i genitori incalliti hanno potuto documentare ogni minuto della crescita del loro bambino, le persone più vanitose hanno trovato il modo per scegliere in tempo reale quale scatto tenere e quale scartare ed i videoamatori sono riusciti a realizzare il sogno di filmare in alta definizione e produrre video degni del più grande regista.

Quando gran parte della nostra storia è divenuta digitale sono nati i SOCIAL MEDIA ovvero dei grandi collettori che offrono gratuitamente la possibilità di pubblicare online gran parte della nostra vita, per condividerla con altri, renderla accessibile da qualsiasi luogo e facilitare le interazioni con altre persone. Piattaforme come FACEBOOK hanno offerto alle persone l’occasione di condividere la loro vita appiattendo le distanze e semplificando notevolmente lo scambio di informazioni.

Volendo esemplificare il tutto ai minimi termini basti pensare al fatto che sino a qualche anno fa possedere un film, significava comperare una videocassetta od un dvd da conservare. Progressivamente questo concetto si è tramutato in convertire il film in un file video da mettere in un Hard Disk oppure accedere ad un servizio online in grado di inviarti in STREAMING il video prescelto. Streaming significa che nell’istante in cui effettuo la scelta di fruire un contenuto esso viene visualizzato in tempo reale e scaricato progressivamente nel corso della fruizione.

Tutto questo significa che se una volta un film od un qualsiasi contenuto informativo lo si POSSEDEVA attualmente lo si FRUISCE. Questo vuole dire che il fatto di possedere un contenuto è divenuta una astrazione, poiché non solo l’informazione ha perso la sua consistenza ma non ha più collocazione, non occupa più uno spazio e non è più qualcosa di proprio.

Questo concetto non riguarda soltanto quotidiani, libri, video, musica, foto, mappe bensì potrebbe essere esteso a gran parte della nostra vita “digitale”. Youtube propone canali tematici contenenti video amatoriali, facebook è il luogo ove riporre la prosa della propria vita, piattaforme come Google Apps ed iCloud offrono l’opportunità di mettere sulla NUVOLA contatti, appuntamenti, sms, email. Anche il backup sta diventando un lontano ricordo, visto che nel corso della notte il telefono provvede ad effettuare dei backup sulla nuvola e nell’istante in cui scrivo il computer crea a mia insaputa una miriade di versioni contenenti le evoluzioni del file. Con le ultime versioni di iPhone, in caso di smarrimento basta comprare un altro device, inserire il proprio account e ritrovare tutti propri dati, sintomo che il telefono non è più l’oggetto ove risiedono le nostre informazioni ma è soltanto una finestra su un mondo invisibile.

Tutti questi prodigi della tecnica stanno migliorando incredibilmente la vita delle persone, eppure nel contempo stanno portando a diminuirne il grado di specializzazione. E’ risaputo che Google ha ridotto la memoria agli utenti offrendo una scorciatoia “on demand” pronta a fornire risposta a qualsiasi interrogativo, le Apps di iPhone assolvono a precisi compiti restringendo la capacità di agire, lo store di iTunes diventa sempre più legato ad un aspetto POPOLARE fedele alla cultura dominante e persino i buoni propositi di Apple di “rovesciare la cultura morta” si sono tramutati in un’ottima azione di marketing rivolta al consumatore.

Le rivoluzioni arrivano per cambiare il mondo, e sicuramente anche questa silente rivoluzione sta portato una ventata di RINNOVAMENTO sotto il profilo culturale. Le nuove generazioni hanno già trovato fantasiosi modi per ingegnarsi e mettere in moto la loro creatività, tante nuove figure professionali stanno sorgendo sull’onda di questa ventata di comunicazione globale, le persone si stanno specializzando su discipline sempre più settoriali perseguendo sempre più l’eccellenza e probabilmente quello che adesso percepiamo come un cambiamento radicale rappresenta soltanto la normale evoluzione di un qualcosa messo in atto già parecchi anni fa e che solo adesso si sta consolidando e storicizzando.

La società si trova sospesa in un limbo, sul crinale di un monte, ove da una parte c’è il ‘900 l’epoca dell’industria e del lavoro manuale, mentre dall’altra parte c’è una nuvola che ci ricorda che infondo la conoscenza è sempre stata un’astrazione.

- Daniele